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al testo di Elisa Falciori
Ricuciture
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Sono malata di niente. Una terrificante nostalgia vaneggia a quaranta gradi e sull’acqua grande, arrossa come un tramonto rappreso sui pioppi L’argine si sgretola ogni giorno per ricucirsi di notte. La sonorità del fiume è un punto esclamativo che si trasforma in domanda. Un sorriso ora potrebbe valere più di ogni altra cosa…
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Elisa Falciori
- 10/05/2018 23:02:00
[ leggi altri commenti di Elisa Falciori » ]
Grazie per avere apprezzato la mia riflessione, Grace, Giuseppe, Franca, Edi, Far Arden, Salvatore e Luca! Sono pensieri acuiti dalle immagini dei luoghi che mi sono cari. A presto e buona serata a tutti.
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Luca Gamberini
- 09/05/2018 11:44:00
[ leggi altri commenti di Luca Gamberini » ]
Ti leggo sempre con piacere. "Sono malata di niente."... Per me è già una poesia.
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Salvatore Pizzo
- 08/05/2018 20:08:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
Letta e riletta, tanto ammalia, corrente di fiume indolente: metafora dun vivere che scorre, senza altra espressione che quella dun esclamativo del gorgoglio dacqua tra i sassi... Molto apprezzata... un carissimo salutoabbraccio
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Edi Davoli
- 06/05/2018 22:44:00
[ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]
Una nostalgia che brucia, quando largine si sgretola il vuoto regna sovrano e allora si ha la sensazione di essere malati di niente. Hai usato Elisa delle belle metafore e hai dato un movimento alla lirica che ho veramente apprezzato. Buonanotte e che la notte continui a ricucire gli argini!
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Franca Colozzo
- 06/05/2018 21:31:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Limmagine del fiume sembra riecheggiare la sonorità delle acque e lo sgretolio dellargine sotto la loro pressione. La calura estrema, provocata da un sole impietoso, rischia di far vaneggiare la mente alla ricerca di qualcosa, forse di un semplice sorriso, per colmare un improvviso vuoto esistenziale impastato di nostalgia. Singolari immagini di un tramonto infuocato si fondono con la tua malinconia tra le suggestioni di un paesaggio apparentemente statico nella morsa di una calura eccessiva. Ma quel sorriso nella chiusa è la speranza che si riaffaccerà allo spuntare di una nuova alba. Un saluto affettuoso, Elisa.
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Giuseppe Terracciano
- 06/05/2018 20:43:00
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Una bella poesia! Forse rivedrei "rappreso". Che ne so "che poggia". Un bel sorriso da parte mia
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Graced
- 06/05/2018 20:42:00
[ leggi altri commenti di Graced » ]
Interiorita dellanima da cui scaturisce tristezza e nostalgia per il tempo che scorre e per il vissuto che, oggi appare un po appiattito, ma che si desidererebbe vivacizzare e ricucire da ogni strappo, che, magari, avrà lacerato qualcosa dimportante. Splendide metafore come sempre le tue. Un grande abbraccio Elisa!
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